sabato 1 agosto 2009

TERZO GIORNO

h. 9:30 : sala vuota.
h. 9.45 : 30 persone
h. 10:00 :chi è stato fortunato ed è riuscito a fare la doccia è già in sala, gli altri sono ancora in fila.
h. 10.30 : la band ci richiama all’ordine…
Iniziamo con due guest star d’eccezione: Andrew e Maria, responsabili mondiali dei Giovani per un mondo unito, venuti appositamente per il nostro meeting: “una cellula che moltiplicandosi può dar vita ad una cultura nuova, di unità, di solidarietà, di legalità”. Il dialogo con loro ci spalanca il cuore sul mondo intero: azioni concrete, attività, progetti, iniziative dei Giovani per un mondo unito di tutto il mondo…tanti piccoli frammenti di fraternità! In questa gara d’amore non esiste il paese povero e il paese ricco, quello dà e quello che riceve ma ognuno contribuisce dando il massimo delle sue possiblità.
“Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” è il nostro motto di oggi e quale modo migliore per sperimentarlo se non attraverso il “gioco delle risorse mondiali”?
L’Associazione “Vie di sviluppo” ci ha aiutato a capire in maniera divertente come i beni e le risorse sono distribuite tra i continenti in modo non equo, illustrandoci la realtà, e in seguito prospettandoci come una ripartizione più equa potrebbe ridurre fino ad eliminare le disuguaglianze economiche tra i continenti.


SECONDO GIORNO

Siamo già arrivati al secondo giorno del nostro meeting! Stamattina ci siamo chiesti: esiste un modo diverso di stare nella società che può fare felici noi e anche le persone che ci stanno attorno? Michele, Annalisa e Marco ci hanno raccontato come l’amore vissuto con coerenza nei luoghi dove ci troviamo è una forza che può cambiare non solo noi stessi ma anche la realtà intorno a noi. Ad esempio Michele che ha scelto di rimanere a studiare Ingegneria civile in Calabria proprio perché vorrebbe “rivedere una Calabria diversa, non solo un ordinato cumulo di pietre, ma con un’anima nuova.” “Con questa mia scelta, dice, non credo di essermi negato l’opportunità di essere un uomo-mondo, perché proprio partendo dalla propria gente, ognuno di noi si sente parte di una comunità che, a cerchi sempre più grandi, pian piano cresce fino a confondersi con quella mondiale”. Annalisa invece ci ha raccontato cosa significa accompagnare una persona durante un momento difficile e doloroso della propria vita: l’amore accoglie sempre anche quando le situazioni non si risolvono bene.

Abbiamo scoperto una vera e propria cultura nuova: la cultura dell’unità, che persino una radio può trasmettere ogni mese, con interviste, storie, musica. Tutto questo è K2:il mondo visto da un’altra prospettiva, la trasmissione dei giovani per un mondo unito della Calabria.
E poi ancora laboratori di fraternità. Oggi nostri ospiti sono stati Lady Kazo Tchagnaou del Togo, Moges Teklu dell’Etiopia che ci hanno fatto entrare nel terribile mondo delle guerre etniche. E poi Bashar Madyid Mekkalaf dell’Iraq, campione mondiale di lancio del disco alle paralimpiadi.
Nel pomeriggio sotto il sole cocente ci raduniamo davanti ai 5 pullman che ci porteranno a Caltagirone, città famosa per la lavorazione di bellissime ceramiche.
Punto d’arrivo la Villa Comunale… per fortuna ci accoglie una brezza fresca che ci invoglia ad iniziare dei coinvolgenti e divertenti giochi a squadre, tenendo sempre presente il motto della giornata “amare tutti”. Qualcuno, invece, si rilassa all’ombra degli alberi secolari!

Percorrendo le vie abbellite con le ceramiche colorate, raggiungiamo la Cattedrale per partecipare alla S.Messa animata con gioia dai nostri canti. Poi cena al sacco tutti insieme e…festa sulla scalinata di “S.Maria del Monte”: 142 ripidi scalini, ognuno dei quali decorato in modo diverso con piastrelle di ceramica. Ci sediamo per iniziare la nostra serata…in 300 non riusciamo neppure a riempirne la metà! Guardare per credere!!!!
Giochi, musica, balli, coreografie… un’invasione di festa che ha coinvolto anche tanti “calatini” incuriositi!
Torniamo a Ramacca esausti ma contenti di aver vissuto insieme il secondo giorno della nostra avventura di BSH5!


PRIMO GIORNO

Amare per primi è stato il motto del nostro primo giorno a Ramacca. Ma amare chi?? Il custode dell’alloggio, il barista che ci prepara la colazione, i giovani e gli adulti che hanno scaricato centinaia di materassi e sedie e poi la più giovane partecipante di Be a sign: Caterina di tre mesi.
L’arte di amare è stata la sfida di oggi propostaci da Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei focolari. Sfida che è stata accolta da Luana di Enna che ha provato a viverla con un malato di Alzheimer alla fermata del pullman, da Bruno di Sortino (SR) con un amico che ha vissuto un momento di forte dolore. E poi Crista di Malta che ha conquistato con tanti gesti concreti i colleghi all’ospedale.
Intanto siamo diventati 300.
Alle 11 “conosciamo la città” con una gara di orienteering che ci porta a scoprirne tradizioni, storie e mestieri. Tra le tappe: la storia del gigante di Ramacca. Il gigante porta in tutta la Sicilia l’amore, la gioia, le arti, il clima mite e il sole: tutti sono felici. Ma gli uomini sprecano questi tesori e cominciano tante guerre senza senso. Il gigante resta deluso e si addormenta. Promette però che si sveglierà quando gli uomini ricominceranno ad amarsi.

Nel pomeriggio via ai quattro spazi di interesse. Nel gruppo economia e lavoro ci siamo improvvisati imprenditori, operai, clienti di un’azienda che vive in modo virtuoso il suo compito nella società o che sceglie al contrario di investire solo sui guadagni materiali. Abbiamo conosciuto i problemi e le storie di alcuni rifugiati politici: un dramma doloroso che ci deve far riflettere sul significato che deve avere l’accoglienza e il rispetto dei diritti umani. Essere liberi non è per niente facile: un gioco ci ha fatti intrecciare gli uni agli altri ma alla fine sciogliersi non è stato possibile. I condizionamenti sono dei lacci, ma amare rende veramente liberi, senza corazze o involucri di facciata. Potere, democrazia e partecipazione: tre modi di vivere la politica che abbiamo approfondito intervistando i cittadini di Ramacca. Abbiamo simulato un consiglio comunale e steso uno statuto ideale della città.
E dopo una cena buonissima, tutti al pub. E’ l’una di notte e non abbiamo più le forze per scrivervi della festa!

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